Hyundai Santa Fe alla conquista dell’Antartide

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Tratto da Repubblica un articolo Interessante, l'originale lo trovate qui

Completata da Patrick Bergel la spedizione iniziata 100 anni fa dal suo bisnonno, l’esploratore britannico Sir Ernest Shackleton
di FEDERICO PESCE 21 Aprile 2017

Chissà cosa starà pensando in questo momento Sir Ernest Shackleton seduto sulla sua nuvoletta nel paradiso degli esploratori, mentre con gli occhi verso il basso guarda le gesta del suo pronipote Patrick. Certamente mai avrebbe immaginato che questo suo scapestrato discendente si sarebbe messo in testa, tanti anni dopo la sua morte, di portare a termine quella stessa spedizione che lui, Ernest, aveva intrapreso un secolo prima: attraversare niente di meno che l’Antardide, il posto più freddo, inospitale e selvaggio del Pianeta.
Ma del resto Patrick – Patrick Bergel – questo pallino ce l’aveva fin da quando era piccolo. Da quando, rifugiato sotto le coperte prima di dormire, con un lumicino leggeva le avventure di questo simpatico pazzoide di bisnonno, di cui i grandi della famiglia parlavano dopo cena. Si addormentava sognando slitte trainate da cani fedeli e infaticabili, notti passate in una tenda a trenta sotto zero, combattimenti all’ultimo sangue con popolazioni di cui nessun uomo era mai venuto a conoscenza. Insomma, doveva farlo anche lui. Giusto il tempo di finire la scuola, diventare maggiorenne e decidere della proprio destino. E poi organizzarsi, per finire ciò che nonno Ernest aveva iniziato. Serviva però un partner con cui condividere l’impresa, una macchina all’altezza del compito, un bel Suv con cui sfidare i ghiacci eterni senza paura (o quasi).
Hyundai forse era l’idea giusta, e il Suv Santa Fe 2.2 diesel il socio perfetto. Detto fatto. E deciso perfino percorso e data di partenza: 30 giorni di traversata, da Union Camp a McMurdo e ritorno, inizio viaggio dicembre 2016, esattamente cento anni prima di Sir Ernest Shackleton.
“Non sono un esploratore polare e di certo non ho lo spirito avventuriero del mio bisnonno. Questo viaggio è stato per me un’esperienza fenomenale”, racconta Bergel, che lavora come imprenditore nel settore tecnologico. “Sapere di trovarmi negli stessi luoghi che il mio bisnonno aveva cercato di raggiungere con ogni mezzo mi ha regalato una sensazione indimenticabile, nonostante la fatica del nostro viaggio non sia paragonabile alle avversità affrontate dall’equipaggio del mio bisnonno.”
Questa volta infatti l’itinerario è stato accuratamente tracciato tramite segnali GPS; nonostante molte aree di pericolo fossero state identificate prima della partenza, il percorso è stato comunque costellato di insidie. “Ad un certo punto, trovandoci vicino ad un crepaccio, siamo stati obbligati a legare le vetture l’una all’altra, per essere pronti all’eventuale caduta di un mezzo. La tensione era alle stelle: l’abbiamo superato con la massima concentrazione.”
La preparazione dei veicoli e la guida dell’intera spedizione è stata affidata a Gisli Jònsson di Arctic Trucks, uno degli maggiori esperti di guida in Antartide. “Chi conosce questo mestiere sa quali sono i rischi per un veicolo qualsiasi”, racconta. “Molto semplicemente, ogni componente tecnica va in pezzi, anche le auto più solide cedono. Per questo l’impresa di Bergel è stata epica: per la prima volta la traversata dell’Antartide è stata affrontata nella sua interezza, andata e ritorno, in auto. Molti pensavano che non ce l’avremmo mai fatta: siamo riusciti a stupire tutti”.
Dal canto suo Hyundai ha lavorato ad un modello solo leggermente modificato del SUV Santa Fe, studiato appositamente per affrontare le difficili condizioni della superficie antartica: un viaggio di circa 5.800 km su terreno ghiacciato, con temperature fino a -28°C, uniti alla necessità di testare percorsi mai affrontati prima su mezzi a quattro ruote.
Le principali modifiche alla Santa Fe hanno riguardato gli pneumatici: per essere montati correttamente, il corpo della vettura è stato rialzato modificando la struttura delle sospensioni e dei sottotelai. Sono stati anche adottati nuovi mozzi ruota con ingranaggi di riduzione per far fronte alle diverse forze e per permettere di sterzare più delicatamente mantenendo invariata la velocità.
Altri piccoli interventi hanno riguardato l’aumento della capacità del serbatoio, la conversione della vettura per permetterle di viaggiare con carburante Jet A-1, l’unico disponibile sul continente, e l’installazione di un sistema di pre-riscaldamento interno per le basse temperature.
“I paesaggi attorno a noi erano belli da togliere il fiato:”, racconta ancora Patrick. “Solo poche persone hanno l’opportunità di vedere le montagne trans-antartiche, il limite oltre il quale nessuno si è mai spinto”.
 

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L'avevo letto anch'io, o meglio avevo visto l'intero filmato, molto emozionante.
Lo ripropongo, altrimenti si perde la cosa più bella: le immagini!!!! :D:p
 
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