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Si parla di stop alla vendita di auto e non del carburante ovviamente.
Però già molti paesi hanno fissato degli obbiettivi.
Norvegia: 2025 - 4 ANNI
Danimarca: 2030 - 9 ANNI
Islanda 2030 - 9 ANNI
Irlanda 2030 - 9 ANNI
Olanda 2030 - 9 ANNI
Slovenia (2030) 9 ANNI
Svezia (2030) 9 ANNI
Gran Bretagna (2030) 9 ANNI
Francia (2040) 19 ANNI
Italia (2040) 19 anni
Il conto alla rovescia per vietare la vendita dei motori a combustione interna è partito anche in Italia. La data limite potrebbe “essere il 2040” ha dichiarato Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile ospite qualche giorno fa di TechTalk (appuntamento quotidiano del gruppo GEDI). Da quella data nel nostro paese ci muoveremo solo in elettrico “con i costruttori che stanno accelerando moltissimo” sia sull’offerta di prodotto sia sulla riduzione dei costi delle batterie. Il Ministro ha anche annunciato incentivi per rinnovare il parco circolante, tra i più vecchi d’Europa. Grazie agli incentivi attualmente in vigore, lo scorso anno la quota delle elettrificate in Italia è salita al 4,3% di cui 2% plug-in e 2,3% elettriche.
Informazioni sull'energia:
Sarebbe interessante capire quanta energia elettrica servirebbe per percorrere la stessa quantità di strada utilizzando una BEV piuttosto che un’automobile a combustione.
Si prenda come campione un’auto elettrica di medie dimensioni, con una batteria da 40 kWh e un’autonomia di 270 km in ciclo combinato; si supponga che i km/auto coincidano con i km/automobilista (11.200km/anno secondo ACI) e, prendendo i casi peggiori (chilometraggio massimo e autonomia minima), si noti che per percorrere 11.200 km/anno, una elettrica standard avrebbe bisogno di 11.200/270 = 41,5 ricariche da 40 kWh, pari a 1.660 kWh/anno.
Considerando che le 39 milioni di vetture abbiano tutte mediamente questo consumo elettrico, per il loro impiego servirebbero 64.7 TWh/anno.
La produzione elettrica italiana nel 2020 ammonta a circa 273,1 TWh (da non confondere con la richiesta, pari a 319 TWh), e circa un terzo proviene da fonti rinnovabili (114 TWh).
La percentuale tra il surplus energetico richiesto e la produzione attuale si aggirerebbe quindi attorno al 23%.
Come colmare il surplus energetico richiesto
Ovviamente il gap non è sopprimibile con la produzione di energia elettrica attraverso centrali a carbone e a gas.
La compensazione di questo 23% di surplus energetico richiesto attraverso la realizzazione di infrastrutture per la produzione di energia rinnovabile.
Per esempio si può considerare un parco eolico, ossia un gruppo di turbine eoliche poste nelle vicinanze e utilizzate per la produzione di energia elettrica.
In alternativa si può analizzare equivalentemente il numero di campi fotovoltaici richiesti.
Sono impianti che sfruttano l’energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico.
Ma in inverno la produzione è bassa.
A quanto ammonterebbe il numero di installazioni aggiuntive previste per sopperire tale discrepanza energetica?
Per calcolare la resa di un impianto eolico bisogna tener conto delle dimensioni e del numero di turbine oltre alla velocità del vento che permette al rotore di attivarsi.
Nel secondo caso il sistema dipende dai materiali utilizzati, dall’esposizione all’irraggiamento e dalla temperatura di esercizio.
Insomma... oltre ai sistemi di accumulo occorre trovare sistemi di produzione energia efficienti...
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