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Giappone: il punto della situazione

Massimiliano Guerra

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Con questo post personalmente dichiaro la mia più sentita vicinanza alla popolazione giapponese, che con grande orgoglio e compostezza, tipica della loro cultura, stà affrontando una delle calamità più grandi dopo la seconda grande guerra.
Dopo una settimana si cerca di fare la stima delle perdite umane, (numeri sconvolgenti, pensando che il Giappone è uno dei paesi più organizzati a combattere eventi del genere...), e stima dei danni subiti.
Anche i grandi brand del sol levante hanno accusato le conseguenza del sisma, e della paralisi economica che in questi giorni si stà prospettando, se non a fronte della situazione ulteriormente aggravata dall'incubo nucleare, nella centrale di Fukushima, a 250 km da Tokyo, la stessa all'esterno della quale già venerdì scorso era stata registrata attività radioattiva superiore ai limiti.

Un particolare pensiero a tutte le famiglie che hanno perso i loro cari, ed in particolare a tutti i bambini.

Resta molto alta la tensione in Giappone dopo il violento sisma e lo tsunami che hanno colpito il paese pochi giorni fa. Adesso la minaccia viene da alcune delle centrali nucleari colpite dagli effetti del terremoto e ancora fuori controllo. Ovviamente, come vi avevamo anticipato, i danni sono ingenti anche per i costruttori nipponici, colpiti direttamente o indirettamente da questa catastrofe. Vi facciamo quindi il punto della situazione costruttore per costruttore. Alcuni di essi, come ben risaputo, fabbricano anche moto.

Honda: fino al 20 marzo ogni attività negli stabilimenti di produzione è sospesa. Parliamo delle fabbriche di Sayama , Ogawa, Tochigi (dove si sono registrati i danni maggiori; qui ci sono stati 1 morto e 30 feriti), Hamamatsu, Suzuka e Kumamoto. Il costruttore ha comunque annunciato il lancio di un programma di supporto al popolo giapponese: saranno donati in beneficienza poco meno di 2.700.000 euro. Provvederà inoltre a fornire 1000 generatori a gasolio e 5000 bombole di gas nonché personale specializzato nella corretta istruzione di questi dispositivi. La perdita di auto è stimata in 16.000 unità.

Nissan: la produzione negli stabilimenti produttivi di Oppama, Yokohama, Nissan Shatai e Kyushu è ripartita ieri, mentre il 18 marzo sarà la volta di Tochigi (qui 2 feriti) e dell’impianto di Iwaki (che produce motori). Il quartier generale globale di Nissan (sito a Yokohama), il Nissan Technical Centre (Atusgi,) e il Nissan Advanced Technology Centre (Atsugi) sono già operativi. In questi giorni il primo è rimasto aperto per dare assistenza alla popolazione, fornendo acqua, cibo e coperte. Le ripercussioni di questi eventi sulle attività Nissan al di fuori del territorio giapponese sono ancora sotto studio ma la casa assicura che i livelli di stock in Europa sono sufficienti per supportare le vendite nel futuro immediato. Anche perché i modelli venduti nel vecchio continente sono prodotti principalmente nello stabilimento inglese di Sunderland (Qashqai, Qashqai+2, Note, Juke) e in quelli spagnoli di Barcellona (Navara, Pathfinder, NP300, nonché i veicoli commerciali) e Avila (Cabstar e Atleon), mentre la nuova Micra viene prodotta nel nuovissimo stabilimento indiano di Chennai. Meno felice la situazione per le vetture destinate agli USA: migliaia di auto pronte per essere spedite sono state danneggiate nel porto di Hitachi e al Miyagi Service Center, una delle zone colpite in modo più violento dallo tsunami. Fra questi circa 2.300 esemplari di auto Infiniti, come le M, EX ed FX. Nissan fornirà mezzi da lavoro e medicinali alla popolazione.

Toyota: La casa ha dichiarato di aver subito un drastica riduzione della produzione di circa 40.000 unità. Sono 12 le fabbriche chiuse e gli stabilimenti riapriranno oggi; anche se l’avvio delle attività potrebbe essere ancora rimandato. Fra gli impianti colpiti figura quello di Miyagi, di recente inaugurazione e nel quale si assembla la nuova Yaris, e l’adiacente stabilimento dell’azienda fornitrice Toyota Boshoku Cororation.

Mitsubishi: la casa terrà chiusi i sui impianti fino a data da destinarsi e donerà 260.000 euro a favore delle persone colpite dalla catastrofe naturale; metterà inoltre a disposizione dei soccorsi alcuni mezzi. “Nessuna delle nostre fabbriche è stata colpita dal terremoto di Tohoku, ma alcuni fornitori sono stati danneggiati”.

Mazda: la casa ha ripreso la produzione ieri e le esportazioni verso l’Europa non dovrebbero essere intaccate. Rimarranno invece chiuse fino al 20 marzo le fabbriche di Hiroshima ed Hofu. La casa ha inoltre stanziato 260.000 euro per il supporto della popolazione e dei soccorritori.

Come per Mitsubishi e Mazda, la situazione è “più tranquilla” anche per Subaru e Suzuki, dove la produzione è stata sospesa per non pesare sulle richieste energetiche delle zone più colpite del paese. Fra i donatori esteri spiccano la GM, che aiuterà soccorsi e soccorritori con 750.000 dollari, Continental con 250.000 euro, BMW con un milione di euro.

Uptade: Anche Renault ha comunicato che contribuirà ad aiutare le vittime del sisma con una donazione di 500.000 euro.


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fonte: autoblog.it
 

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La zona dove c'è il maggior disastro non è affatto lontana da alcuni stabilimenti motoristici... la cosa preoccupa un pò, speriamo che tutto si risolva o troveremo moto e auto radioattive!

Scherzi a parte, il rischio è basso.
E' molto alto invece per chi ci abita che assorbe radiazioni e nel tempo rischia problemi di salute anche gravi...
Incomiabile il supporto... ma come spesso si è dimostrato che non sono i soldi ad aiutare, ma soprattutto le azioni.
Conoscendo il popolo giapponese per fama, ai soldi verranno sicuramente associate anche le azioni, a differenza di quanto, aimè, succede spesso nel resto del mondo dove le azioni spesso mancano!

Auguri amici nipponici!
 

Massimiliano Guerra

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Terremoto Giappone: i costruttori ripartono

Nonostante quanto annunciato nei giorni scorsi, i costruttori giapponesi hanno ripreso le attività produttive solo in queste ultime ore. In particolare Suzuki e Nissan sono già ripartire fra ieri ed il 20 Marzo, mentre oggi dovrebbe essere la volta di Toyota. A far paura non sono solo i contraccolpi subiti dai singoli costruttori in termini di giorni di produttività persi ed auto rimesse ( si calcola una perdita produttiva globale di circa 250.000 vetture), bensì i danni arrecati all’industria che vi ruota attorno; nonché ai costruttori degli altri paesi che, privi di componenti “made in Japan”, sono costretti ad arrestare la produzione: è successo a Renault (-15-20% della produzione per gli impianti di Busan nella Corea del Sud) ed Opel , costretta da ieri ad interrompere le catene di montaggio dell’impianto di Saragozza, in Spagna.

Una situazione che anche l’ad Fiat Sergio Marchionne ha commentato nel corso della presentazione della nuova Lancia Thema al Museo dell’Automobile di Torino: “C’è troppa incertezza ma l’impatto ci sarà anche a livello di industria automobilistica, l’impatto sui fornitori si vedrà, a catena. Per quanto ci riguarda stiamo analizzando la questione, la scorsa notte ne abbiamo parlato con i nostri negli Stati Uniti. Per il momento non vediamo impatti negativi ma è troppo presto, aspettiamo”. Intanto Fiat e Chrysler doneranno 240.000 dollari alla croce rossa in favore delle vittime del sisma. Alla lista dei benefattori si aggiungono anche il gruppo Daimler con 2 milioni di euro e la filiale europea della Bridgestone con 250.000 più tutti i soldi che i dipendenti dell’azienda di sentiranno di voler donare spontaneamente.


fonte: autoblog.it
 
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