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Hyundai sempre più in alto. Parola di presidente

Harry

Utente Ben Noto
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Gli obiettivi e le strategie per il futuro del gruppo Hyundai, secondo le parole del suo boss Chung Mong-koo, che sostiene di voler una Hyundai leader nella qualità e nel consenso.

SUCCESSO GLOBALE - Vuole che la sua casa automobilistica alla fine di quest’anno abbia venduto almeno 465 mila vetture in Europa, che significherebbero un incremento del 15%. La casa in questione è la Hyundai, e a parlare così è Chung Mong-koo (foto in alto), chairman (cioè presidente) del gruppo Hyundai, di cui - per inciso - è proprietario, dal momento che è il figlio del fondatore, Chung Yu-Jung. Ha 74 anni e compare poco in pubblico dando l’idea di ricoprire più che altro il ruolo dell’azionista, lasciando al management l’incombenza di studiare le strategie e la gestione più opportune. In realtà è attento a ogni aspetto della vita del suo gruppo. Ne fa fede la sala di controllo che si è fatto realizzare nella sede principale della Hyundai, da dove può vedere in un’immensità di monitor ciò che succede nei vari stabilimenti e reparti. Una cosa che sa di leggenda metropolitana, ma che tutti i manager Hyundai confermano.

LA QUALITÀ COME GUIDA - Non ci sono dubbi di leggende comunque sul piglio con cui Chung Mong-koo dimostra di essere al corrente di come vanno le cose. Lo ha dimostrato in un recente incontro con un gruppo di giornalisti italiani, riportato dal periodico Automotive News Europe. Chiara è la spiegazione data all’affermazione della Hyundai di questi ultimi anni. “Al fondo c’è la ricerca della qualità come missione principale. Questo ha significato forti investimenti nel prodotto, nella ricerca, nel migliorare i sistemi di produzione, e ovviamente nel potenziare le organizzazioni di vendita. Così è stato possibile cogliere tutte le opportunità offerte dai mercati emergenti, come Cina, Russia, Brasile, India, e via dicendo”.

AVANTI DA SOLI - Di fronte a un quadro mondiale denso di criticità, a cui in molti sostengono si possa rispondere soltanto con una strategia di fusioni, alleanze e collaborazioni, viene da chiedersi se il gruppo Hyundai, che comprende la Kia (per la quale quest’anno l’attesa è per una crescita in Europa del 21%), non stia cercando anche lui qualche “sponda” per potersi muovere con maggior sicurezza su tutti gli scenari. Ma il mega-presidente Chung Mong-koo rigetta l’idea : “La Hyundai proseguirà per la sua strada da sola”. Punto.

OBIETTIVO: LEADER IN CONSENSI - Altro spunto inevitabile è la formidabile crescita realizzata in pochi anni, che ha portato il gruppo Hyundai a essere il quinto nella graduatoria mondiale dei costruttori. Vista la velocità con cui ha proceduto e procede viene spontaneo chiedere se anche la Hyundai si senta partecipe alla corsa verso il primo posto. “La Hyundai sarà la la casa leader - è la risposta di Chung Mong-koo - ma non necessariamente in termini di quantità di auto vendute. Lo sarà, ed è per questo che lavoriamo, per la qualità e per interesse suscitato negli automobilisti. Le auto Hyundai saranno quelle che piaceranno di più”.

“VERDE” PROSSIMO VENTURO - C’è però un aspetto del mondo automobilistico in cui la Hyundai non si vede o per lo meno non è protagonista: quello dell’auto elettrica e più in generale delle vetture concepite per essere ecocompatibili, come le ibride. Come se ci fosse stata una rinuncia. “La Hyundai attualmente vende la Sonata ibrida in Corea e negli Stati Uniti. Per il 2015 prevediamo di mettere in commercio un’auto elettrica e una ibrida plug-in. Siamo anche molto avanti nel campo dei motori funzionanti con le fuell-cell, ma per tutte queste attività preferiamo non dare date di commercializzazione”.

NESSUN STABILIMENTO IN PIÙ - La crescita delle vendite dell’accoppiata Hyundai-Kia potrebbe far pensare che è sia prossima la necessità di un nuovo impianto di produzione in Europa, ma anche in questo caso la smentita è perentoria: “Non ci sono progetti del genere”.

SUCCESSO PER DUE - Forse però l’aspetto che più colpisce e incuriosisce della storia della Hyundai (e della Kia) è l’incredibile capacità di avere successo entrambe nonostante abbiano i modelli che si sovrappongano quasi a “carta carbone”. Una realtà che arrovella i pensieri dei management di tutte le case. “Noi creiamo delle sinergie nella ricerca e sviluppo, ma per il resto ragionano e lavorano in maniera completamente separate. Il segreto è lì”.


Fonte: alvolante.it
 
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